Franco Sacchetti (1332-1400) 




O vaghe montanine pasturelle


— O vaghe montanine pasturelle,
D’onde venite sì leggiadre e belle?

Qual è il paese dove nate sete,
Che sì bel frutto più che gli altri adduce?
Creature d’Amor vo’ mi parete,
Tanto la vostra vista adorna luce!
Nè oro nè argento in voi riluce,
E mal vestite parete angiolelle. —
 
— Noi stiamo in alpe presso ad un boschetto:
Povera capannetta è ’l nostro sito:
Col padre e con la madre in picciol letto
Torniam la sera dal prato fiorito;
Dove natura ci ha sempre nodrito,
Guardando il dì le nostre pecorelle. —

— Assai si dè’ doler vostra bellezza,
Quando tra monti e valle la mostrate;
Chè non è terra di sì grande altezza
Dove non foste degne et onorate.
Deh, ditemi se voi vi contentate
Di star ne’ boschi così poverelle. —

— Più si contenta ciascuna di noi
Andar dietro alle mandre alla pastura,
Che non farebbe qual fosse di voi
D’andare a feste dentro vostre mura.
Ricchezze non cerchiam nè più ventura
Che balli canti e fiori e ghirlandelle. —

Ballata, s’i’ fosse come già fui,
Diventerei pastore e montanino;
E prima che io il dicesse altrui.
Sarei al loco di costor vicino;
Et or direi Biondella et or Martino,
Seguendo sempre dov’andasson elle.


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