Guido delle Colonne (ca. XIII secolo)

Gioisamente canto

Gioiosamente canto
e vivo in allegranza,
ca per la vostr’ amanza,
madonna, gran gioi sento.
S’eo travagliai cotanto,
or aggio riposanza:
ben aia disïanza
che vene a compimento;
ca tutto mal talento — torna in gioi,
quandunqua l’allegranza ven dipoi;
und’eo m’allegro di grande ardimento:
un giorno vene, che val più di cento.

Ben passa rose e fiore
la vostra fresca cera,
lucente più che spera;
e la bocca aulitosa
più rende aulente aulore
che non fa d’una fera
c’ha nome la pantera,
che ’n India nasce ed usa.
Sovr’ogn’agua, amorosa — donna, sete
fontana che m’ha tolta ognunqua sete,
per ch’eo son vostro più leale e fino
che non è al suo signore l’assessino.

Come fontana piena,
che spande tutta quanta,
così lo meo cor canta,
sì fortemente abonda
de la gran gioi che mena,
per voi, madonna, spanta,
che certamente è tanta,
non ha dove s’asconda.
E più c’augello in fronda — so’ gioioso,
e bene posso cantar più amoroso
che non canta già mai null’altro amante
uso di bene amare otrapassante.

Ben mi deggio allegrare
d’Amor che ’mprimamente
ristrinse la mia mente
d’amar voi, donna fina;
ma più deggio laudare
voi, donna caunoscente,
donde lo meo cor sente
la gioi che mai non fina.
Ca se tutta Messina — fusse mia,
senza voi, donna, nente mi saria:
quando con voi a sol mi sto, avenente,
ogn’altra gioi mi pare che sia nente.

La vostra gran bieltate
m’ha fatto, donna, amare,
e lo vostro ben fare
m’ha fatto cantadore:
ca, s’eo canto la state,
quando la fiore apare,
non poria ubrïare
di cantar la freddore.
Così mi tene Amore — corgaudente,
ché voi siete la mia donna valente.
Solazzo e gioco mai non vene mino:
così v’adoro como servo e ’nchino.


Torna alla pagina: “Le più belle poesie della lingua italiana”