Jacopo Sannazzaro (1457-1530) 

Icaro cadde qui: queste onde il sanno

Icaro cadde qui: queste onde il sanno,
che in grembo accolser quelle audaci penne:
qui finio il corso, e qui ‘l gran caso avvenne,
che darà invidia agli altri che verranno.

Avventuroso e ben gradito affanno,
poi che morendo eterna fama ottenne:
felice chi in tal fato a morte venne,
che si bel pregio ricompensi il danno.

Ben può di sua ruina esser contento;
s’al ciel volando a guisa di colomba,
per troppo ardir fu esanimato e spento:

ed or del nome suo tutto rimbomba
un mar si spazioso, un elemento:
chi ebbe al mondo mai si larga tomba?



 

Donna, se vi spaventa… 

Donna, se vi spaventa
l’orrenda e mal composta mia figura,
colp’è de l’aspra, iniqua, empia natura;
la qual in formar voi, si bella, intenta
non ebbe di me cura!

Ma se vi spaventasse il mesto volto,
l’abito scuro e tetro, che mi cuopre;
sappiate che ‘l dolor, ch’io porto accolto
è assai maggior di quel che fuor si scopre.

Così son varii in noi l’effetti e l’opre:
ché, se spaventa a voi mirar mio viso,
mirand’io il vostro, vivo in paradiso!



Arcadia (link esterno)


Torna alla pagina: “Le più belle poesie della lingua italiana”