Piero Jahier (1884-1966)

Dichiarazione

Altri morirà per la Storia d’Italia volentieri
e forse qualcuno per risolvere in qualche modo la vita.
Ma io per far compagnia a questo popolo digiuno
che non sa perché va a morire
popolo che muore in guerra perché “mi vuol bene”
“per me” nei suoi sessanta uomini comandati
siccome è il giorno che tocca morire.

Altri morirà per le medaglie e per le ovazioni
ma io per questo popolo illetterato
che non prepara guerra perché di miseria ha campato
la miseria che non fa guerre, ma semmai rivoluzioni.
Altri morirà per la sua vita
ma io per questo popolo che fa i suoi figlioli
perché sotto coperte non si conosce miseria
popolo che accende il suo fuoco solo a mattina
popolo che di osteria fa scuola
popolo non guidato, sublime materia.

Altri morirà solo, ma io sempre accompagnato:
eccomi, come davo alla ruota la mia spalla facchina
e ora, invece, la vita.

Sotto ragazzi,
se non si muore
si riposerà allo spedale.
Ma se si dovesse morire
basterà un giorno di sole
e tutta Italia ricomincerà a cantare.


Mare

Hanno preso il suo figliolo ànno preso
quello che l’era appena rilevato
e per andà non può essere andato
che nel posto più brutto indifeso.

E per restà non può esser restato
che dove tronca la vita le granate
e quando ànno finito di troncare
scendono le valanghe a sotterrare.

E se non scrive è che vuol ritornare
e queste notti è camminato camminato
per chiedere una muta alla sua mare.
La muta era ben pronta al davanzale
e alla finestra mare l’à aspettato.
L’à aspettato infino alla mattina
quando squilla la tromba repentina
e alla sua casa non può più rivare.

Hanno preso il suo figliolo alla mare

Hanno preso il suo tosàt ànno preso
quel ch’era così tanto delicato
e si ritrova lontano trasportato
nel bastimento sopra l’acqua acceso.

Di giorno il bastimento gli cammina
ma nella notte è sempre arrestato
e tutte l’acque bussan per entrare
dove il suo tosàtel sta addormentato.

I fanno preso il suo tosàt alla mare

Hanno preso il suo omo ànno preso
Quello che la doveva accompagnare
che avea giurato davanti all’altare
di non lasciarla sola a questo peso.

Lui coi suoi bòcia è contento di andare
non si è quasi voltato a salutare

Ma ànno preso il suo òmo alla mare.

E la mattina si è levata a solo
e à messo tutte le sue filigrane;
à bevarato le sue armente chiare;
a steso tutti i suoi panni a asciugare;

A agganciato il più grande suo paiolo;
à apparecchiato il più bel fuoco acceso
e dopo si è seduta al focolare.
Anche se tornano non si può più alzare.
Hanno preso ànno preso anche la mare.


Torna alla pagina: “Le più belle poesie della lingua italiana”