Edoardo Sanguineti (1930-2010) 

Ballata delle donne

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.



Se mi stacco da te, mi strappo tutto 

se mi stacco da te, mi strappo tutto:
                                                                  ma il mio meglio (o il mio peggio)
ti rimane attaccato, appiccicoso, come un miele, una colla, un olio denso:
ritorno in me, quando ritorno in te: (e mi ritrovo i pollici e i polmoni):
tra poco atterro a Madrid:
                                                (in coda qui all’aereo, selezionati miei connazionali
gente d’affari, dicono numeri e numeri, mentre bevono e fumano, eccitati,
agitatamente ridendo):
                                          vivo ancora per te, se vivo ancora:



Ballata dell’automa 

che cosa è l’uomo? dove cerchi i suoi segni?
è il barometro, l’architettura barocca, il fazzoletto:
non c’era il pane, nemmeno, una volta,
né i tarocchi, né i fotoromanzi, né il letto:

che cosa è l’uomo? dove sta la sua storia?
è la cornice, il cavallo a dondolo, la radio:
è la sua vita tutte queste cose,
il calendario, l’agopuntura, lo stadio:

che cosa è l’uomo? dove poi te lo trovi?
è il gelato alla vaniglia, l’enciclopedia, gli stivali:
dove era un niente, sta un significato,
per le api le arnie, e per gli occhi gli occhiali:

che cosa è l’uomo? dove sta la sua anima?
è il teorema di Pitagora, la chitarra, il giornale:
vedi la vanga, le tenaglie, la biro,
che fanno il mondo che ti è naturale:

sciogli il tuo braccio, che hai tanto sudato,
e lungo è il tempo che ti hanno sfruttato:
quando un automa ci avrà faticato,
può incominciarci anche l’uomo umanato:



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